Una vecchia scuola di infanzia pubblica milanese, dotata di un ampio giardino lasciato ad uno stadio di semi abbandono con vecchi giochi deteriorati dagli agenti atmosferici, si presta a sperimentare attraverso un nuovo progetto la potenzialità degli spazi aperti in relazione all’attività ludico-educativa dei bambini.
Attraverso la volontà dei genitori e del Comune di Milano si pone maggiore attenzione al diritto dei bambini a svolgere attività all’aria aperta strutturate e misurate così come naturalmente si immaginano gli spazi interni. Il progetto propone uno sguardo unitario attraverso un fil rouge che collega le varie aree attrezzate in maniera specifica in relazione alle età e alle attività. Questo file roug è costituito dal “suono”: trasmissione della voce attraverso la terra, parlare in un angolo e ascoltare dal lato opposto del giardino. Una nuova percezione dello spazio e delle dimensioni fisiche, perché i bambini si sentano all’interno di un ambiente ampio e non più circondato da barriere.
La scoperta, la sfida, lo svelamento, la simulazione, l’aggregazione, la ricerca, il movimento.