Laboratorio di un fotografo: un grande open space denso di libri, macchine fotografiche, provini, fili, mollette, carta, odori vinilici.
Casa di due architetti, ambienti articolati, specializzati, ordinati, misurati, dimensionati al minimo per una massima dotazione funzionale.
Profonda trasformazione spaziale e funzionale.
La densità dell’origine permane nella ricchezza funzionale, la fluidità della circolazione è garantita dall’utilizzo di grandi pareti a tutt’altezza, in legno laccato bianco, che traslando mutano gli ambienti: cucina – pranzo – sala possono anche unirsi in un unico ambiente ma hanno il proprio spazio dedicato. Il diaframma centrale della parete attrezzata, un contenitore che divide living da salle à manger, diventa superficie di proiezione per home-teatre. Le camere sono concepite come ambienti di grande privacy, anche una in relazione all’altra (genitori e figli). Il bagno padronale si caratterizza per la doccia passante che separa i servizi igienici dalla zona lavabo.